THE FABELMANS

  ettore    1 anno fa

*** Messaggio originale corretto dall'autore il 29/12/2022 11:45:18 ***
THE FABELMANS - 2022
Il film che Spielberg doveva fare, la storia pių grande di tutti i tempi forse č proprio la sua storia.
Qui trasfigurata e semi autobiografica, proprio come ha fatto Sorrentino in "E' stata la mano di Dio" dove il vero si mischia col verosimile e dove le cose brutte trovano un senso anche se forse un senso non ce l'hanno.
La storia di un amore bruciante per il cinema, fatto rompendo le scatole a familiari ed amici per realizzare il film che lui voleva veder proiettato. Per gestire gli eventi, per curare la sua ansia, per restare coi piedi per terra.
Vite drammatiche spingono le persone verso l'eccellenza e forse č questo che ha trasformato Spielberg nel mostro sacro che č. Una famiglia in frantumi che deve ricomporsi fra strappi drammatici, scelte egoistiche ma necessarie ed affetti intoccabili. Nessuno arriva all'eccellenza attraverso una vita tranquilla e priva di scossoni. E il nostro Steven decide che sarā regista. A 16 anni. Un etā in cui gli adolescenti guardano la tv o si perdono in amori e divertimento.
L'inventiva nel risolvere cose e situazioni, nel superare i limiti dei mezzi poveri che ha, fanno si che diventi l'autodidatta pių ingegnoso di sempre. Tre momenti porto a casa e consiglio di vedere a chiunque ami il cinema, ma sopratutto farlo:
- la realizzazione del corto con gli amici degli scout, in cui si vede l'indole registica nel motivare tutti e dare le giuste indicazioni per rendere il progetto IL PROGETTO di tutti e tutti concordi nel farlo al meglio
- la proiezione del corto con le prime entusiastiche reazioni sia dei partecipanti che degli altri astanti perchč un corto nascosto nel cassetto non č cinema, se non č mostrato č stato tempo perso, una vuota elucubrazione
- l'incontro con John Ford, che gli insegna che una inquadratura con un orizzonte alto o basso č interessante, mentre uno centrale e mediocre č "merd@". Perchč una ripresa non deve essere bella ma avere un senso.
Spielberg racconta di se ma non parla a se, parla a tutti quelli che si definiscono Videomaker, Filmmaker o altro. Non parla ai recensori di cinema, ai blogger, parla proprio a te che imbracci uno smartphone o una videocamera e vuoi raccontare storie.
Racconta che se hai qualcosa da dire, devi farlo. E farlo in fretta. Altrimenti questo amore ti consumerā e non ti resterā pių nulla da dire. E devi farlo con urgenza.
In questa storia ci vedo alcune similitudini con la mia, il passato scout che ti da delle mete, la cricca di amici e conoscenti come cavie per i primi corti, il vedere il cinema come qualcosa di meraviglioso e quella matta voglia di riprodurre le scene "belle" nella mia cameretta, ancora, e ancora, e ancora... Ovviamente le similitudini finiscono qua, la storia di Spielberg č di dominio pubblico, io al massimo sono il pių bravo del mio condominio, ma resta comunque una storia ispirante, motivante e confortante. Dipende a che punto della tua storia di filmmaker sei. E questo film parla tanto all'esordiente, quanto al professionista o all'eterno aspirante.
Dice di non mollare. E di trovare il tuo orizzonte da inquadrare, alto o basso, purchč interessante ! Sempre e per sempre!
Nel docufilm sulla sua vita, Spielberg dice questa frase, quando all'ennesima visione di "Lawrence d'Arabia" resta esterefatto: ".. e capė che non potevo pių tornare indietro, che avrei fatto quello nella mia vita, o comunque sarei morto provandoci."
Per i 20 anni di attivitā di filmmaker sconosciuto ai pių, visto che nessuno raccontava la nostra storia, ci siamo pubblicati il libro da soli ed il titolo č "Moriremo nel tentativo di farcela". Altra similitudine.
Coincidenze? Diceva Adam Kadmon: io non credo...



  ettore    1 anno fa
*** Messaggio originale corretto dall'autore il 29/12/2022 11:45:18 ***
THE FABELMANS - 2022
Il film che Spielberg doveva fare, la storia pių grande di tutti i tempi forse č proprio la sua storia.
Qui trasfigurata e semi autobiografica, proprio come ha fatto Sorrentino in "E' stata la mano di Dio" dove il vero si mischia col verosimile e dove le cose brutte trovano un senso anche se forse un senso non ce l'hanno.
La storia di un amore bruciante per il cinema, fatto rompendo le scatole a familiari ed amici per realizzare il film che lui voleva veder proiettato. Per gestire gli eventi, per curare la sua ansia, per restare coi piedi per terra.
Vite drammatiche spingono le persone verso l'eccellenza e forse č questo che ha trasformato Spielberg nel mostro sacro che č. Una famiglia in frantumi che deve ricomporsi fra strappi drammatici, scelte egoistiche ma necessarie ed affetti intoccabili. Nessuno arriva all'eccellenza attraverso una vita tranquilla e priva di scossoni. E il nostro Steven decide che sarā regista. A 16 anni. Un etā in cui gli adolescenti guardano la tv o si perdono in amori e divertimento.
L'inventiva nel risolvere cose e situazioni, nel superare i limiti dei mezzi poveri che ha, fanno si che diventi l'autodidatta pių ingegnoso di sempre. Tre momenti porto a casa e consiglio di vedere a chiunque ami il cinema, ma sopratutto farlo:
- la realizzazione del corto con gli amici degli scout, in cui si vede l'indole registica nel motivare tutti e dare le giuste indicazioni per rendere il progetto IL PROGETTO di tutti e tutti concordi nel farlo al meglio
- la proiezione del corto con le prime entusiastiche reazioni sia dei partecipanti che degli altri astanti perchč un corto nascosto nel cassetto non č cinema, se non č mostrato č stato tempo perso, una vuota elucubrazione
- l'incontro con John Ford, che gli insegna che una inquadratura con un orizzonte alto o basso č interessante, mentre uno centrale e mediocre č "merd@". Perchč una ripresa non deve essere bella ma avere un senso.
Spielberg racconta di se ma non parla a se, parla a tutti quelli che si definiscono Videomaker, Filmmaker o altro. Non parla ai recensori di cinema, ai blogger, parla proprio a te che imbracci uno smartphone o una videocamera e vuoi raccontare storie.
Racconta che se hai qualcosa da dire, devi farlo. E farlo in fretta. Altrimenti questo amore ti consumerā e non ti resterā pių nulla da dire. E devi farlo con urgenza.
In questa storia ci vedo alcune similitudini con la mia, il passato scout che ti da delle mete, la cricca di amici e conoscenti come cavie per i primi corti, il vedere il cinema come qualcosa di meraviglioso e quella matta voglia di riprodurre le scene "belle" nella mia cameretta, ancora, e ancora, e ancora... Ovviamente le similitudini finiscono qua, la storia di Spielberg č di dominio pubblico, io al massimo sono il pių bravo del mio condominio, ma resta comunque una storia ispirante, motivante e confortante. Dipende a che punto della tua storia di filmmaker sei. E questo film parla tanto all'esordiente, quanto al professionista o all'eterno aspirante.
Dice di non mollare. E di trovare il tuo orizzonte da inquadrare, alto o basso, purchč interessante ! Sempre e per sempre!
Nel docufilm sulla sua vita, Spielberg dice questa frase, quando all'ennesima visione di "Lawrence d'Arabia" resta esterefatto: ".. e capė che non potevo pių tornare indietro, che avrei fatto quello nella mia vita, o comunque sarei morto provandoci."
Per i 20 anni di attivitā di filmmaker sconosciuto ai pių, visto che nessuno raccontava la nostra storia, ci siamo pubblicati il libro da soli ed il titolo č "Moriremo nel tentativo di farcela". Altra similitudine.
Coincidenze? Diceva Adam Kadmon: io non credo...




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