Crimes of the future

  Paolo    2 anni fa

Dopo otto anni d'assenza, David Cronenberg torna, non solo dietro la macchina da presa, ma anche alla poetica che lo ha reso celebre, quella battezzata col termine "body horror", imperniata cioè sulle mutazioni del corpo e, di conseguenza, dell'animo umano.
"Crimes of the future" si presenta al pubblico non solo come puro Cronenberg al 100% ma anche come una sorta di "best of" dove, chi conosce a sufficienza l'opera del regista canadese, può riconoscervi diversi e quasi specifici richiami, sia visivi che concettuali, ad altre sue pellicole.
Film quindi cupo, bizzarro, scabroso ed esplicito con un ritmo lento ma tutt'altro che pesante proprio in quanto diretto e marcato, nel senso che colpisce (gli occhi, lo stomaco, il cuore) e lascia inevitabilmente il segno.




  Paolo    2 anni fa
Dopo otto anni d'assenza, David Cronenberg torna, non solo dietro la macchina da presa, ma anche alla poetica che lo ha reso celebre, quella battezzata col termine "body horror", imperniata cioè sulle mutazioni del corpo e, di conseguenza, dell'animo umano.
"Crimes of the future" si presenta al pubblico non solo come puro Cronenberg al 100% ma anche come una sorta di "best of" dove, chi conosce a sufficienza l'opera del regista canadese, può riconoscervi diversi e quasi specifici richiami, sia visivi che concettuali, ad altre sue pellicole.
Film quindi cupo, bizzarro, scabroso ed esplicito con un ritmo lento ma tutt'altro che pesante proprio in quanto diretto e marcato, nel senso che colpisce (gli occhi, lo stomaco, il cuore) e lascia inevitabilmente il segno.





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