GOMORRA - La serie

  ettore    10 anni fa

*** Messaggio originale corretto dall'autore il 05/06/2014 14.19.08 *** FA-VO-LO-SO....



Il mio giudizio é ancora parziale, la serie é in corso e mancano le ultime due puntate delle 12 realizzate per la prima stagione e sicuramente unica della serie.

Per un attimo provate e proviamo ad astrarci da polemiche che lasciano il tempo che trovano su SPUTTANAPOLI, MERCIFICAZIONE, PUBBLICITA' NEGATIVA. Con tutte le crime series che ruotano su New York e Chicago, cosa dovrebbero dire gli abitanti? Il turismo aumenta NONOSTANTE e forse anche grazie a....

La serie é stata realizzata dallo show runner Stefanno Sóllima, giį deus-ex-machina dello splendido serial in due stagioni: "ROMANZO CRIMINALE".
La storia, anche se riprende il nome del libro, poi film di Matteo Garrone, ha sempre Roberto Saviano alle sue spalle, ma con storie nuove, tutte prese da vera cronaca giudiziaria e cucite insieme in un unico affresco dello squallore e dell'orrore.




Ma bando ai preamboli, veniamo alla storia. Le dodici puntate sono divise in 3 blocchi da 4 episodi ciascuno che narrano tre momenti distinti della vita del Clan Savastano, incontrastato dominatore della zona di Scampia.
Il primo blocco narra le vicende del padre Don Pietro Savastano che con pugno di ferro e continua lotta al sospetto, controlla il traffico di droga e gli affari immobiliari. Nel suo ciclo si assiste alla caduta del boss, che viene incarcerato per un futile motivo e la sua definitiva uscita di scena.
Nel secondo blocco si assiste all'ascesa della moglie del boss, che nel suo breve arco di dominio sussidiario del marito, si mostra altrettanto spietata e arida. Specialmente nei confronti del loro unico figlio Genny, un viziato bamboccione che sarį anche merce di scambio della madre per incrementare i traffici del clan.
Nell'ultimo blocco si assiste alla DEFINITIVA ascesa di Genny che diventa uomo, anche se un uomo lurido, spietato, senza morale, e nuovo Boss, scalzando la madre e dando nuova linfa venefica agli affari di famiglia.
Attraverso tutti i tre blocchi, si muovono ambigui personaggi, come Ciro il braccio destro, inviso alla madre ma grande amico del figlio, che si dimostra essere una serpe in seno, Don Salvatore Conte, boss rivale che si contende lo stesso territorio a suon di omicidi prima, scellerati patti poi.
Attorno loro ruotano una selva di comprimari, gregari, vittime, carnefici, che vengono ripetutamente usati e poi gettati in malo modo per il solo fine di far sopravvivere il clan, costi quel che costi.
Nessuno é innocente o meno colpevole, nessuno é salvo. E chiunque viene toccato, si sporca e se non muore davvero muore dentro e per sempre.

Troppi e tanti pregiudizi aleggiano su questa serie, tra chi lo vede come uno spot IMPOSSIBILE alla malavita e chi una OPERAZIONE ENNESIMA di mortificazione della cittį di Napoli, che qui non é mai ritratta, mai citata apertamente. Napoli ha un ruolo secondario, geografico, non antropologico. Anzi, le stesse storie sono comuni ai malavitosi del Bronx, della LosAngeles delle gang.

L'operazione di scrittura é egregia. I canoni del crimine rispettati in maniera impeccabile e le trame intessute in intrecci avvincenti e sorprendenti.
Segnalo la puntata 9 che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia, nonostante il suo epilogo fosse telefonato, ho sperato fino all'ultimo per una redenzione dei protagonisti, uno spiraglio di codice etico sballato che mai sarebbe arrivato a tanto. Ma ricordiamocelo sempre: quel crimine, quello malavitoso, quello impietoso che guarda al soldo, in cui le vite sono candele dalla vita breve che devono ardere in fretta e al massimo, non ha etica.
Nulla di umano pervade i cuori, ridotti a pietre, dei personaggi. I bravissimi attori, sconosciuti ma non affatto esordienti o presi dalla tanto vituperata "strada" hanno compiuto un lavoro di imbrutimento dell'animo che lascia basiti.

Gomorra la serie, come il luogo biblico ove tutto é lurido e lercio, da gridare vendetta agli occhi di Dio, si avvia al suo epilogo.
Nessuna vittima, nessun'innocente, nessuna redenzione.

  ettore    10 anni fa
*** Messaggio originale corretto dall'autore il 05/06/2014 14.19.08 *** FA-VO-LO-SO....



Il mio giudizio é ancora parziale, la serie é in corso e mancano le ultime due puntate delle 12 realizzate per la prima stagione e sicuramente unica della serie.

Per un attimo provate e proviamo ad astrarci da polemiche che lasciano il tempo che trovano su SPUTTANAPOLI, MERCIFICAZIONE, PUBBLICITA' NEGATIVA. Con tutte le crime series che ruotano su New York e Chicago, cosa dovrebbero dire gli abitanti? Il turismo aumenta NONOSTANTE e forse anche grazie a....

La serie é stata realizzata dallo show runner Stefanno Sóllima, giį deus-ex-machina dello splendido serial in due stagioni: "ROMANZO CRIMINALE".
La storia, anche se riprende il nome del libro, poi film di Matteo Garrone, ha sempre Roberto Saviano alle sue spalle, ma con storie nuove, tutte prese da vera cronaca giudiziaria e cucite insieme in un unico affresco dello squallore e dell'orrore.




Ma bando ai preamboli, veniamo alla storia. Le dodici puntate sono divise in 3 blocchi da 4 episodi ciascuno che narrano tre momenti distinti della vita del Clan Savastano, incontrastato dominatore della zona di Scampia.
Il primo blocco narra le vicende del padre Don Pietro Savastano che con pugno di ferro e continua lotta al sospetto, controlla il traffico di droga e gli affari immobiliari. Nel suo ciclo si assiste alla caduta del boss, che viene incarcerato per un futile motivo e la sua definitiva uscita di scena.
Nel secondo blocco si assiste all'ascesa della moglie del boss, che nel suo breve arco di dominio sussidiario del marito, si mostra altrettanto spietata e arida. Specialmente nei confronti del loro unico figlio Genny, un viziato bamboccione che sarį anche merce di scambio della madre per incrementare i traffici del clan.
Nell'ultimo blocco si assiste alla DEFINITIVA ascesa di Genny che diventa uomo, anche se un uomo lurido, spietato, senza morale, e nuovo Boss, scalzando la madre e dando nuova linfa venefica agli affari di famiglia.
Attraverso tutti i tre blocchi, si muovono ambigui personaggi, come Ciro il braccio destro, inviso alla madre ma grande amico del figlio, che si dimostra essere una serpe in seno, Don Salvatore Conte, boss rivale che si contende lo stesso territorio a suon di omicidi prima, scellerati patti poi.
Attorno loro ruotano una selva di comprimari, gregari, vittime, carnefici, che vengono ripetutamente usati e poi gettati in malo modo per il solo fine di far sopravvivere il clan, costi quel che costi.
Nessuno é innocente o meno colpevole, nessuno é salvo. E chiunque viene toccato, si sporca e se non muore davvero muore dentro e per sempre.

Troppi e tanti pregiudizi aleggiano su questa serie, tra chi lo vede come uno spot IMPOSSIBILE alla malavita e chi una OPERAZIONE ENNESIMA di mortificazione della cittį di Napoli, che qui non é mai ritratta, mai citata apertamente. Napoli ha un ruolo secondario, geografico, non antropologico. Anzi, le stesse storie sono comuni ai malavitosi del Bronx, della LosAngeles delle gang.

L'operazione di scrittura é egregia. I canoni del crimine rispettati in maniera impeccabile e le trame intessute in intrecci avvincenti e sorprendenti.
Segnalo la puntata 9 che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia, nonostante il suo epilogo fosse telefonato, ho sperato fino all'ultimo per una redenzione dei protagonisti, uno spiraglio di codice etico sballato che mai sarebbe arrivato a tanto. Ma ricordiamocelo sempre: quel crimine, quello malavitoso, quello impietoso che guarda al soldo, in cui le vite sono candele dalla vita breve che devono ardere in fretta e al massimo, non ha etica.
Nulla di umano pervade i cuori, ridotti a pietre, dei personaggi. I bravissimi attori, sconosciuti ma non affatto esordienti o presi dalla tanto vituperata "strada" hanno compiuto un lavoro di imbrutimento dell'animo che lascia basiti.

Gomorra la serie, come il luogo biblico ove tutto é lurido e lercio, da gridare vendetta agli occhi di Dio, si avvia al suo epilogo.
Nessuna vittima, nessun'innocente, nessuna redenzione.


  ettore    10 anni fa

Interviste agli attori:

MARCO D'AMORE - CIRO




FORTUNATO CERLINO - il boss Pietro




e cosa pensano alcune comparse o attori minori


  ettore    10 anni fa
Interviste agli attori:

MARCO D'AMORE - CIRO




FORTUNATO CERLINO - il boss Pietro




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