DJANGO

  ettore    12 anni fa


L'ultimo film di Tarantino: boiata o capolavoro, come titolano in tanti?
Bisogna scindere in due il film: il film storico e il film artistico.
Chi cerca in Tarantino la veridicitį o l'aderenza storica sbaglia autore. Come visto in Bastardi senza gloria, a Tarantino la storia non interessa granché, lui piega la storia a suo uso e consumo per creare dei mondi assolutamente personali in cui tutto é allegorico ma tremendamente coerente. Se si accetta che il contesto dei suoi film non é la veritį, ma una sua personalissima visione, allora l'affresco é pertinente e assolutamente funzionale.
Quindi scansato l'equivoco che i film di Tarantino non collocano i suoi personaggi nella Storia, ma nelle sue storie, allora resta il Tarantino artista assoluto: sangue, sudore e polvere che disturba ma attrae.
Finito il preambolo, arriva la recensione.

Texas, metį 800. Siamo nel Sud degli USA, in pieno periodo schiavista. In una oscura palude un corteo di schiavi si trascina nella notte verso una ignota meta. Il tintinnare delle catene viene interrotto dal dott.Schulz (Christoph Walz) che col suo carro ferma il corteo e libera gli schiavi. Uno di loro, Django (Jamie Foxx) dovrį aiutare Schultz, che é un cacciatore di taglie, a stanare le sue prede. Ma si scopre che Django era stato catturato mentre tentava la fuga con la sua donna Brohmilda (Kerry Washington) e da lei separato. Allora fa la sua controproposta: diventerį un abile cacciatore di taglie e aiuterį il suo liberatore per tutto l'inverno, ma poi chiederį in cambio di salvare la sua donna prigioniera a Candyland, la piantagione dello spietato sudista Mr. Candy (Leonardo Di Caprio).
L'orgia di sangue e riscatto inizia, in un west molto personale e personalizzato. Le musiche sono scelte con cura, i dialoghi snervanti come solo Tarantino sa fare, e le situazioni ricreate ricalcano 120 anni di cinema di tutti i generi.
E' un collage del cinema, fatto da chi ama il cinema.
Delizioso il cameo di Franco Nero (storico interprete di Django), che addirittura ammonisce il protagonista sulla pronuncia del proprio nome.
Preparatevi a 2 ore di film intenso e ricco di sorprese.

Tarantino: genio o bluff? Non lo sapremo mai, ma crea ogni volta un tale puzzle di metacinema, che ti ci perdi dentro cercando un senso.. e forse il senso non é la ricerca stessa?
  ettore    12 anni fa

L'ultimo film di Tarantino: boiata o capolavoro, come titolano in tanti?
Bisogna scindere in due il film: il film storico e il film artistico.
Chi cerca in Tarantino la veridicitį o l'aderenza storica sbaglia autore. Come visto in Bastardi senza gloria, a Tarantino la storia non interessa granché, lui piega la storia a suo uso e consumo per creare dei mondi assolutamente personali in cui tutto é allegorico ma tremendamente coerente. Se si accetta che il contesto dei suoi film non é la veritį, ma una sua personalissima visione, allora l'affresco é pertinente e assolutamente funzionale.
Quindi scansato l'equivoco che i film di Tarantino non collocano i suoi personaggi nella Storia, ma nelle sue storie, allora resta il Tarantino artista assoluto: sangue, sudore e polvere che disturba ma attrae.
Finito il preambolo, arriva la recensione.

Texas, metį 800. Siamo nel Sud degli USA, in pieno periodo schiavista. In una oscura palude un corteo di schiavi si trascina nella notte verso una ignota meta. Il tintinnare delle catene viene interrotto dal dott.Schulz (Christoph Walz) che col suo carro ferma il corteo e libera gli schiavi. Uno di loro, Django (Jamie Foxx) dovrį aiutare Schultz, che é un cacciatore di taglie, a stanare le sue prede. Ma si scopre che Django era stato catturato mentre tentava la fuga con la sua donna Brohmilda (Kerry Washington) e da lei separato. Allora fa la sua controproposta: diventerį un abile cacciatore di taglie e aiuterį il suo liberatore per tutto l'inverno, ma poi chiederį in cambio di salvare la sua donna prigioniera a Candyland, la piantagione dello spietato sudista Mr. Candy (Leonardo Di Caprio).
L'orgia di sangue e riscatto inizia, in un west molto personale e personalizzato. Le musiche sono scelte con cura, i dialoghi snervanti come solo Tarantino sa fare, e le situazioni ricreate ricalcano 120 anni di cinema di tutti i generi.
E' un collage del cinema, fatto da chi ama il cinema.
Delizioso il cameo di Franco Nero (storico interprete di Django), che addirittura ammonisce il protagonista sulla pronuncia del proprio nome.
Preparatevi a 2 ore di film intenso e ricco di sorprese.

Tarantino: genio o bluff? Non lo sapremo mai, ma crea ogni volta un tale puzzle di metacinema, che ti ci perdi dentro cercando un senso.. e forse il senso non é la ricerca stessa?

SEZIONI

    Per soli iscritti al sito
    Per soli autorizzati
    Pochi messaggi
    Con interazione