Venerdì 13 (remake)
Paolo 14 anni fa
Negli ultimi anni i miti moderni dell'horror, in particolare di quella corrente che venne definita slasher movie, sembrano vivere una seconda giovinezza... o almeno a questo parrebbero tesi gli sforzi dell'industria cinematografica del genere.
Nel 2009 é stato il turno del feroce omicida con la maschera da hockey, il sanguinario Jason Voorhees.
La pellicola in questione, seppur confezionata in maniera pulita, ha l'imperdonabile difetto di apparire più come un sentito omaggio alla storica saga che un remake degno di questo nome.
Gli elementi fondamentali che ne costituirono l'incipit (vale a dire l'ossatura stessa del primo storico capitolo) vengono quì letteralmente gettati in secondo piano, relegati a pochi frammentari flashback, come fossero concetti o nozioni elementari la cui conoscenza viene data per scontata.
Quel che sembra effettivamente contare è il conferire a Jason un nuovo appeal in linea coi tempi, trasformandolo per l'occasione in una sorta di Rambo con improbabili doti di cacciatore, accasato in una capanna con annesso bunker debitamente attrezzato. L'immancabile gadget della maschera da hockey fa la sua comparsa giusto per rispondere ad obblighi iconografici.
I personaggi, macroscopicamente stereotipati, sono l'inevitabile carne da macello in una mattanza che almeno ha il sorprendente buon gusto di non scadere in banali e gratuiti effettacci splatter, cosa che paradossalmente potrebbe ottenere il risultato di scontentare gli accaniti estimatori del genere.
In conclusione, un remake che non è tale e un tentativo di rilancio che ha già abbondantemente esaurito, sprecandolo maldestramente, ciò che sostanzialmente poteva offrire!
Paolo 14 anni fa
Negli ultimi anni i miti moderni dell'horror, in particolare di quella corrente che venne definita slasher movie, sembrano vivere una seconda giovinezza... o almeno a questo parrebbero tesi gli sforzi dell'industria cinematografica del genere.
Nel 2009 é stato il turno del feroce omicida con la maschera da hockey, il sanguinario Jason Voorhees.
La pellicola in questione, seppur confezionata in maniera pulita, ha l'imperdonabile difetto di apparire più come un sentito omaggio alla storica saga che un remake degno di questo nome.
Gli elementi fondamentali che ne costituirono l'incipit (vale a dire l'ossatura stessa del primo storico capitolo) vengono quì letteralmente gettati in secondo piano, relegati a pochi frammentari flashback, come fossero concetti o nozioni elementari la cui conoscenza viene data per scontata.
Quel che sembra effettivamente contare è il conferire a Jason un nuovo appeal in linea coi tempi, trasformandolo per l'occasione in una sorta di Rambo con improbabili doti di cacciatore, accasato in una capanna con annesso bunker debitamente attrezzato. L'immancabile gadget della maschera da hockey fa la sua comparsa giusto per rispondere ad obblighi iconografici.
I personaggi, macroscopicamente stereotipati, sono l'inevitabile carne da macello in una mattanza che almeno ha il sorprendente buon gusto di non scadere in banali e gratuiti effettacci splatter, cosa che paradossalmente potrebbe ottenere il risultato di scontentare gli accaniti estimatori del genere.
In conclusione, un remake che non è tale e un tentativo di rilancio che ha già abbondantemente esaurito, sprecandolo maldestramente, ciò che sostanzialmente poteva offrire!
Nel 2009 é stato il turno del feroce omicida con la maschera da hockey, il sanguinario Jason Voorhees.
La pellicola in questione, seppur confezionata in maniera pulita, ha l'imperdonabile difetto di apparire più come un sentito omaggio alla storica saga che un remake degno di questo nome.
Gli elementi fondamentali che ne costituirono l'incipit (vale a dire l'ossatura stessa del primo storico capitolo) vengono quì letteralmente gettati in secondo piano, relegati a pochi frammentari flashback, come fossero concetti o nozioni elementari la cui conoscenza viene data per scontata.
Quel che sembra effettivamente contare è il conferire a Jason un nuovo appeal in linea coi tempi, trasformandolo per l'occasione in una sorta di Rambo con improbabili doti di cacciatore, accasato in una capanna con annesso bunker debitamente attrezzato. L'immancabile gadget della maschera da hockey fa la sua comparsa giusto per rispondere ad obblighi iconografici.
I personaggi, macroscopicamente stereotipati, sono l'inevitabile carne da macello in una mattanza che almeno ha il sorprendente buon gusto di non scadere in banali e gratuiti effettacci splatter, cosa che paradossalmente potrebbe ottenere il risultato di scontentare gli accaniti estimatori del genere.
In conclusione, un remake che non è tale e un tentativo di rilancio che ha già abbondantemente esaurito, sprecandolo maldestramente, ciò che sostanzialmente poteva offrire!
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