Halloween - The beginning
Paolo 14 anni fa
Ciò che rese la pellicola originale di John Carpenter quello che ancora oggi è considerato un capolavoro fu la disarmante sobrietà con cui scrisse e realizzò un horror (ma forse è meglio definirlo thriller) semplice e schietto, privo di virtuosismi e di soluzioni macabre di sicuro (e fin troppo facile) impatto.
La stessa figura del mostro era tratteggiata con pochi ma efficaci elementi lasciando allo spettatore il privilegio di speculare sugli oscuri retroscena alla base della sua natura.
Rob Zombie, rockstar passata dietro la macchina da presa (ma anche seduto allo scrittoio) già da qualche anno, ne omaggia il mito con una sua versione che ne diventa sia il remake che l'antefatto.
Facendo ciò però cambia sostanzialmente le carte in tavola. Se nell'originale la natura del mostro si palesava nell'ambiente normale di una famiglia borghese (il male nascosto nella normalità di tutti i giorni), quì invece é frutto di squilibri affettivi in seno ad una condizione estremamente "borderline" con tutti i più abusati clichè del caso, conditi da dosi abbondanti di turpiloquio fine a se stesso, che saranno una sorta di colonna sonora durante tutto il film.
Si assiste quindi al lento e didascalico declino nella follia del piccolo teppistello Michael
descritto con psico/sociologia spicciola e pretenziosa.
Quando inizia la vera mattanza ci si accorge anche di quanto un certo appeal debba necessariamente fare la sua parte: Michael Myers versione "the shape", da killer fisicamente normodotato della vecchia versione, diviene un colosso alto più di due metri (non a caso interpretato da un wrestler... come avevo intuito senza saperlo!) che tutto distrugge con la sola imposizione delle mani, facendosi brutalmente strada verso il drammatico epilogo
tra sangue, strepiti isterici e più che palesi omaggi al vecchio modello, che rimane prevedibilmente insuperato.
Forse (anche) per questo il buon Carpenter ha tranquillamente dato la sua benedizione al cattivissimo Rob!
Paolo 14 anni fa
Ciò che rese la pellicola originale di John Carpenter quello che ancora oggi è considerato un capolavoro fu la disarmante sobrietà con cui scrisse e realizzò un horror (ma forse è meglio definirlo thriller) semplice e schietto, privo di virtuosismi e di soluzioni macabre di sicuro (e fin troppo facile) impatto.
La stessa figura del mostro era tratteggiata con pochi ma efficaci elementi lasciando allo spettatore il privilegio di speculare sugli oscuri retroscena alla base della sua natura.
Rob Zombie, rockstar passata dietro la macchina da presa (ma anche seduto allo scrittoio) già da qualche anno, ne omaggia il mito con una sua versione che ne diventa sia il remake che l'antefatto.
Facendo ciò però cambia sostanzialmente le carte in tavola. Se nell'originale la natura del mostro si palesava nell'ambiente normale di una famiglia borghese (il male nascosto nella normalità di tutti i giorni), quì invece é frutto di squilibri affettivi in seno ad una condizione estremamente "borderline" con tutti i più abusati clichè del caso, conditi da dosi abbondanti di turpiloquio fine a se stesso, che saranno una sorta di colonna sonora durante tutto il film.
Si assiste quindi al lento e didascalico declino nella follia del piccolo teppistello Michael
descritto con psico/sociologia spicciola e pretenziosa.
Quando inizia la vera mattanza ci si accorge anche di quanto un certo appeal debba necessariamente fare la sua parte: Michael Myers versione "the shape", da killer fisicamente normodotato della vecchia versione, diviene un colosso alto più di due metri (non a caso interpretato da un wrestler... come avevo intuito senza saperlo!) che tutto distrugge con la sola imposizione delle mani, facendosi brutalmente strada verso il drammatico epilogo
tra sangue, strepiti isterici e più che palesi omaggi al vecchio modello, che rimane prevedibilmente insuperato.
Forse (anche) per questo il buon Carpenter ha tranquillamente dato la sua benedizione al cattivissimo Rob!
La stessa figura del mostro era tratteggiata con pochi ma efficaci elementi lasciando allo spettatore il privilegio di speculare sugli oscuri retroscena alla base della sua natura.
Rob Zombie, rockstar passata dietro la macchina da presa (ma anche seduto allo scrittoio) già da qualche anno, ne omaggia il mito con una sua versione che ne diventa sia il remake che l'antefatto.
Facendo ciò però cambia sostanzialmente le carte in tavola. Se nell'originale la natura del mostro si palesava nell'ambiente normale di una famiglia borghese (il male nascosto nella normalità di tutti i giorni), quì invece é frutto di squilibri affettivi in seno ad una condizione estremamente "borderline" con tutti i più abusati clichè del caso, conditi da dosi abbondanti di turpiloquio fine a se stesso, che saranno una sorta di colonna sonora durante tutto il film.
Si assiste quindi al lento e didascalico declino nella follia del piccolo teppistello Michael
descritto con psico/sociologia spicciola e pretenziosa.
Quando inizia la vera mattanza ci si accorge anche di quanto un certo appeal debba necessariamente fare la sua parte: Michael Myers versione "the shape", da killer fisicamente normodotato della vecchia versione, diviene un colosso alto più di due metri (non a caso interpretato da un wrestler... come avevo intuito senza saperlo!) che tutto distrugge con la sola imposizione delle mani, facendosi brutalmente strada verso il drammatico epilogo
tra sangue, strepiti isterici e più che palesi omaggi al vecchio modello, che rimane prevedibilmente insuperato.
Forse (anche) per questo il buon Carpenter ha tranquillamente dato la sua benedizione al cattivissimo Rob!
ettore 14 anni fa
Basta non se ne può più... Halloween, Venerdì 13, Nightmare, Scontro fra titani...tutti remake??
Ma perchè? Chi vorrebbe vedere Luci di città o Indiana Jones rifatti?
Con i remake si dice palesemente che:
1) le idee allora c' erano e ora non più
2) meglio dare una propria versione ad una cosa che funziona, che inventarsene una che funzioni di per sè
3) io sono meglio di un regista del 70 che faceva le cose artigianali. Ho più gusto. Catturo i giovani.
Bene io rispondo:
1) concordo
2) è questa la morte del cinema
3) i giovani si vedano gli stili e i gusti del cinema che fu. E' così desueto da risultare allettante, concreto, vivo e affascinante meglio di ogni computer di oggi.
VERGOGNA ROB ZOMBIE VERGOGNA!! Inventati un serial killer se sei così smanioso di dirigerne uno ma lascia stare chi ormai è nell' olimpo del cinema, di genere e non!
ettore 14 anni fa
Basta non se ne può più... Halloween, Venerdì 13, Nightmare, Scontro fra titani...tutti remake??
Ma perchè? Chi vorrebbe vedere Luci di città o Indiana Jones rifatti?
Con i remake si dice palesemente che:
1) le idee allora c' erano e ora non più
2) meglio dare una propria versione ad una cosa che funziona, che inventarsene una che funzioni di per sè
3) io sono meglio di un regista del 70 che faceva le cose artigianali. Ho più gusto. Catturo i giovani.
Bene io rispondo:
1) concordo
2) è questa la morte del cinema
3) i giovani si vedano gli stili e i gusti del cinema che fu. E' così desueto da risultare allettante, concreto, vivo e affascinante meglio di ogni computer di oggi.
VERGOGNA ROB ZOMBIE VERGOGNA!! Inventati un serial killer se sei così smanioso di dirigerne uno ma lascia stare chi ormai è nell' olimpo del cinema, di genere e non!
Ma perchè? Chi vorrebbe vedere Luci di città o Indiana Jones rifatti?
Con i remake si dice palesemente che:
1) le idee allora c' erano e ora non più
2) meglio dare una propria versione ad una cosa che funziona, che inventarsene una che funzioni di per sè
3) io sono meglio di un regista del 70 che faceva le cose artigianali. Ho più gusto. Catturo i giovani.
Bene io rispondo:
1) concordo
2) è questa la morte del cinema
3) i giovani si vedano gli stili e i gusti del cinema che fu. E' così desueto da risultare allettante, concreto, vivo e affascinante meglio di ogni computer di oggi.
VERGOGNA ROB ZOMBIE VERGOGNA!! Inventati un serial killer se sei così smanioso di dirigerne uno ma lascia stare chi ormai è nell' olimpo del cinema, di genere e non!
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