VOLO 473
VOLO 473
Scena 1:
Interno - Giorno - Stanza da bagno
Rumore di acqua che scorre copiosa da un rubinetto.
Lo specchio di un bagno che non riflette altro che la parete opposta.
Qualcuno è chinato sul lavandino a lavarsi il viso.
Il rubinetto viene chiuso ed il volto gocciolante di un uomo compare nel riquadro dello specchio.
L'uomo ha gli occhi chiusi e respira profondamente.
Dopo un po’ li riapre e, dopo essersi fissato per alcuni secondi, gira lo sguardo alla sua sinistra verso una scatolina metallica poggiata sulla tavoletta del WC.
Preso un piccolo sgabello, si siede davanti al misterioso astuccio contemplandolo a lungo prima di far scattare le chiusure rivelandone il contenuto: una pistola per iniezione, un lungo ago ipodermico chiuso nel suo involucro sterile ed una fiala di vetro contenente un limpidissimo liquido viola.
Scena 2:
Interno - Giorno - Aeroporto civile
L'uomo è al banco dell'accettazione per le pratiche d'imbarco.
Addetta all’accettazione:
Ecco a lei dottor Edwards, questo è il numero del suo posto e il cancello di partenza.
Può andare direttamente alla sala partenze.
Le auguro buon viaggio.
Edwards:
La ringrazio.
Quando Edwards lascia il banco per avviarsi alla sala partenze, l'uomo in fila dietro di lui lo segue brevemente con lo sguardo per poi rivolgersi, sorridente, all’addetta.
Mentre Edwards si incammina trascinando il suo trolley verso la sala partenze, dall’altoparlante viene annunciata l'imminente partenza del suo volo.
Annunciatore:
Signore e signori buongiorno. Iniziamo l'imbarco del volo intercontinentale 473 per Hong Kong attraverso l'uscita di imbarco n° 17. Per motivi di sicurezza invitiamo i signori passeggeri a presentare la carta d'imbarco insieme ad un documento d'identità...
Scena 3:
Interno - A bordo dell'aereo in volo
Seduto al suo posto, Edwards é intento a fissare fuori dall'oblò, immerso nei suoi pensieri.
Come in lontananza sente una voce parlargli accanto e percepisce che questa é rivolta a lui.
Sconosciuto:
È il suo primo volo, vero?
Istintivamente si gira verso il passeggero seduto alla sua sinistra che, altri non é, che l'uomo che attendeva il suo turno all'accettazione immediatamente dietro di lui.
Edwards:
Come scusi?
Sconosciuto:
Le chiedevo se questo fosse il suo primo volo.
Edwards:
No... no, affatto. Perché me lo chiede?
Sconosciuto:
Le chiedo scusa, mi sembrava di capirlo da alcuni piccoli atteggiamenti che ha da quando mi sono seduto accanto a lei.
Sa, il linguaggio del corpo.
Mi è da subito sembrato un po’ ansioso, ma è evidente che mi sono sbagliato.
Edwards [confuso ma anche un po’ seccato]:
La verità è che ho solo avuto una brutta nottata, tutto qui.
Non certo l'ideale quando ci si deve mettere in viaggio, ma null'altro che questo.
Sconosciuto:
Capisco...
Edwards [tentando di nascondere educatamente il fastidio]:
Le chiedo scusa ma, come le ho detto, ho avuto una brutta nottata ed ho bisogno di recuperare un po’ di sonno.
In genere mi basta anche soltanto mezz'ora.
Dopodiché sarò felice di conversare con lei.
Il viaggio è lungo ed avremo tutto il tempo di raccontarci la storia delle nostre vite.
Detto ciò, e senza attendere la risposta del suo interlocutore, inizia ad armeggiare con il sedile per reclinarlo.
Sconosciuto:
Ma io, in verità, so già tutto ciò che mi è utile sapere su di lei, dottor Edwards.
Edwards, come colpito da una stilettata, smette immediatamente le sue manovre e solleva lentamente lo sguardo ad incrociare quello del misterioso ed inquietante passeggero, il quale accoglie la sua occhiata con un sinistro sorriso stampato sul volto.
Sconosciuto:
Non lo faccia, non lo chieda.
Edwards [quasi balbettando]:
Chiedere… cosa?
Sconosciuto:
Come faccio a conoscere il suo nome.
Questo è solo una piccolissima parte del mio mestiere.
Edwards:
Quale mestiere? Chi è lei? Per chi lavora?
Sconosciuto:
Oh, sarò più che felice di risponderle.
Ma non qui in mezzo a queste ignare ed oneste persone che hanno tutto il diritto di godersi il viaggio in santa pace.
Il comandante e tutto l'equipaggio sono stati debitamente informati di questo nostro incontro e quindi ci hanno offerto ospitalità nei loro alloggi.
Avremo quindi tutta la riservatezza necessaria per la nostra lunga conversazione.
Dopodiché potrà godersi il suo tanto sospirato riposo.
Edward a quel punto non può fare a meno di annuire.
Scena 4:
Interno – Notte – Alloggio del personale di volo
Edwards e lo sconosciuto siedono l’uno di fronte all’altro sul bordo delle cuccette destinate al riposo del personale di volo.
Il dottore siede compostamente ma in maniera rigida, con le palme delle mani poggiate sulle ginocchia, quasi ad artigliarle. L’altro invece è impegnato a sorseggiare placidamente un liquore prelevato dal carrello delle vivande.
Sconosciuto:
Mh, niente male!
Bisogna ammetterlo, ci trattano bene
Edwards:
Allora, si decide a dirmi chi é?
È dell'Interpol?
Dei servizi segreti?
Sconosciuto:
Non sia così precipitoso.
Per ora le basti sapere che faccio parte dei buoni.
Se così non fosse non saremmo certo qui seduti comodi a conversare civilmente, le pare?
Avremmo potuto fermarla ben prima del suo arrivo all'aeroporto e riservarle ben altro trattamento.
Ma sarebbe stato alquanto controproducente perché, vede, lei é soltanto una pedina in un gioco fin troppo grande.
Se siamo qui, ora, é perché vogliamo offrirle la possibilità di uscirne nel modo più pulito possibile.
Edwards:
Pulito, dice? Non é alla mia di pulizia che dovete pensare, ma alla vostra.
Sconosciuto:
La prego, non sciupi questa preziosa possibilità iniziando a rifilarmi sermoni ideologici da quattro soldi.
Se crede che i suoi soci l’abbiano coinvolta per nobili propositi, se lo lasci dire, o é ingenuo o completamente stupido.
La conversazione viene improvvisamente interrotta da un insistente cicalino. L’uomo estrae quindi dal taschino interno della giacca un cellulare sul quale inizia a leggere un lungo messaggio. Dopo averlo letto, l’uomo alza lo sguardo su Edwards e, dopo aver rimesso a posto l’apparecchio, gli si rivolge con un tono profondamente mutato rispetto all’atteggiamento affabile, seppur finto, tenuto fino a quel momento.
Sconosciuto:
Erano i miei colleghi.
È stata ritrovata la valigetta da lei sottratta dal laboratorio con tutto l'occorrente, fiala compresa.
Solo che la fiala era vuota.
Edwards non riesce a trattenere un accenno di sorriso che viene immediatamente restituito dallo sconosciuto.
Sconosciuto:
Le stupirà sapere che questa evenienza era stata da noi ampiamente prevista e ponderata.
Sappiamo della possibilità di estrarre ed isolare la molecola del siero dall'organismo anche diverse ore dalla sua inoculazione.
Ciò che lei invece ignora è che, da ultime analisi effettuate, il siero é risultato altamente instabile.
E questo, mio caro dottor Edwards, cambia di molto le cose.
All’udire queste parole Edwards resta muto e i due restano a fissarsi a lungo. Poi gli occhi dell’uomo passano rapidamente in rassegna vari elementi della persona di Edwards: la fronte imperlata di sudore, gli occhi arrossati, un tic nervoso ad un angolo della bocca, e unghie che quasi artigliano le ginocchia su cui sono poggiate da quando si sono seduti.
Sconosciuto [alzandosi lentamente]:
Ricorda quando prima le ho accennato al linguaggio del corpo?
Beh, esso continua a parlarmi in sua vece e dice più di quanto lei voglia… e quanto basta di ciò che mi occorre sapere.
Detto ciò, lo sconosciuto porta alle labbra il bicchiere prendendo un piccolo sorso. Poi, dopo aver fissato Edwards per una manciata di secondi, gli sferra un violentissimo calcio in pieno petto, scaraventandolo contro parete alle sue spalle. L’impatto è tale da farlo rimbalzare e rotolare giù sul pavimento tra le due cuccette.
Mentre Edwards, un rivolo di sangue al lato della bocca, una mano premuta sul petto e l'altra ad artigliare il materasso, tenta dolorosamente di rialzarsi, l'uomo gli piomba alle spalle serrandogli il collo in una presa micidiale.
Edwards tenta istintivamente di divincolarsi ma la stretta si fa sempre più implacabile fino a stroncare del tutto ogni resistenza e lasciandolo privo di vita.
Dopo aver dato un'ultima energica stretta, lo sconosciuto lascia finalmente la presa per poi sollevare il cadavere di Edwards e adagiarlo sul lettino. Dopo averlo sistemato in modo composto, prende una coperta e la depone con cura sul corpo senza vita del ricercatore.
Prima di coprirne il volto si abbassa per sussurrargli vanamente qualcosa.
Sconosciuto:
Beh amico mio, ti é andata veramente male.
Ma, credimi, avrebbe potuto andarti molto peggio.
Mi ci sarei davvero divertito con te, sai?!
Dopo aver sollevato la coperta a coprire il volto, l'uomo fa per riprendere il bicchiere ma poi, con una scrollata di spalle decide di prendere e portare via l'intera bottiglia, bevendo dal collo mentre esce dalla cabina e spegnendo la luce dietro di sé.
Nella penombra del corridoio, l'uomo riprende il cellulare e registra un messaggio vocale.
Sconosciuto:
Missione abortita.
È stato necessario attuare il protocollo "Nero".
Attendo istruzioni riguardo lo sbarco.
Riposto l'apparecchio nella giacca, si concede un altro sorso di liquore mentre una sagoma scura si avvicina alle sue spalle.
Accortosi della sua presenza l'uomo si gira lentamente ed una lama di luce illumina due occhi sbarrati e fissi iniettati di sangue. Gli occhi del dottor Edwards.
FINE
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