Chiattestein

Chiattestein






  4026     Horror     1999     11'  


In una notte tetra e tempestosa, là in un castello della Molonzia, sta per compiersi il più tremendo esperimento mai tentato prima d’ora: dare vita ad un’ammasso di rifiuti organici.

E’ tutto pronto, si attende il momento propizio, dopodiché non resterà che girare quell'interruttore e…

Curiosità
  • Il soggetto di questa film vide la luce dapprima come fumetto tra le pagine del 3D Notiziario nel '95. Ebbe poi un primo tentativo di trasposizione cinematografica nello stesso anno (con un cast per 3/4 differente) che però fallì miseramente.
  • Per la prima volta venne fittata un'intera struttura atta ad ospitarci e, naturalmente, con le caratteristiche adatte al caso.
  • Le sequenze iniziali del castello (con gli efficacissimi modelli in cartoncino) vennero girate all'epoca del primo già citato tentativo di riprese e riutilizzate per l'occasione.
  • Il film si avvale in gran parte di una colonna sonora originale curata da Gianpaolo Laporta.
  • Diario delle riprese
    " CHIATTESTEIN " ha continuato la tendenza della 3D Production dell'uso di locations esterne ai nostri confini cittadini. Precedenti illustri sono il prologo di "Ailanter" ed "X-False". Essendo la vicenda ambientata in un sinistro maniero adibito a laboratorio scientifico, sarebbe stato impossibile trasformare una qualsiasi delle nostre abitazioni nello scenario in questione. Chi all'epoca lesse il dettagliato resoconto del primo e fallimentare tentativo di girare questo film, si ricorderà che il luogo prescelto (un appartamento in ristrutturazione) fu del tutto fortuito. Dopo una lunga ed accurata riflessione attraverso la quale passammo in rassegna varie possibili ed impossibili alternative, la nostra preferenza cadde su un posto che da ogni punto di vista presentava caratteristiche pressocchè perfette. Il luogo in questione era il Santuario di Madonna della Stella a Rotondi Paolisi (AV), teatro di tante attività scout e quindi con determinate caratteristiche adatte al nostro scopo. Con un tot a persona, necessario per il pernottamento, abbiamo avuto a disposizione per due giorni ed una notte, una struttura a tre piani che offriva un'ampia scelta di locations. Fittammo quindi il Santuario per il 7 e 8 Agosto e preparammo tutto il necessario. La mattina del 7 la troupe così composta si riunì: Ettore (regista), Paolo, Tonia, Marco ed Emiliano (attori); Maurizio (assistente alla regia); Loredana (assistente di Paolo). Preparato un pranzo a sacco e caricate le due auto a disposizione, l'allegra brigata parte per Rotondi. Passato il paese ci inerpicammo per la strada che porta al Santuario, la cui pendenza costrinse la maggior parte di noi a farci un discreto tratto a piedi per alleggerire le auto. Giunti al Santuario sistemammo la nostra roba in una stanza per poi rilassarci e pranzare. Dopo pranzo, "ben nutriti e riposati", nel mostruoso primo pomeriggio di un giorno d'Agosto, iniziammo le riprese. Come spesso siamo soliti fare non seguimmo l'ordine logico della sceneggiatura, ma girammo regolandoci con l'opportunità che un determinato momento offriva ad una scena anziché ad un'altra. Esempio indispensabile: la scena iniziale con Igor che percorre le scale a lume di candela e la successiva con lo scienziato all'organo necessitavano oltre che dell'oscurità serale anche di una certa tranquillità. Quindi il pomeriggio lo dedicammo alla scena della creazione del mostro. Il luogo adatto a tale scopo si è rivelata l'anticamera della cucina, col suo solido tavolone, una enorme macchia di muffa sulla parete ed il cigolante cancelletto della sagrestia. La sera, subito dopo cena, riprendemmo le riprese con le sequenze immediatamente successive, ossia la furia omicida del mostro ed il suo "ammansimento". E qui la solita bacchetta magica ha fatto sì che una stanza al piano di sopra diventasse l'ideale prosecuzione del laboratorio, e non solo: nella loro fuga dal mostro, Igor e l'assistente fuggono in una camera che in realtà è la stessa. Doveroso annotare che durante le riprese siamo stati allietati dal sottofondo musicale di una festa tenutasi giù al piazzale. Si spengono le luci, tacciono le voci, tutti tornano a casa e noi col Santuario interamente a nostra disposizione continuiamo le riprese. Le già citate sequenze delle scale e dell'organo vengono così effettuate nonostante la stanchezza. La scena dell'organo poi merita una menzione d'onore: col permesso del gestore infatti andiamo a girare nientemeno che nella cappella. E grande prova di coraggio, soprattutto da parte mia, è stato spostare l'organetto pieno di polvere, ragnatele e chissà cos'altro, dalla sua posizione originaria fino al centro dell'altare per irrinunciabili ragioni scenografiche. Il tutto, mi permetto di precisarlo, in rispettoso silenzio. La mattina dopo ci rimasero solo la sequenza delle teste sul tavolo ed altre raffinatezze che avranno il loro sviluppo definitivo in post-produzione e che per le quali vi rimando alla pagina degli effetti speciali. Concludo la mia bella cronaca precisando che per questioni tecnico-organizzative ( cioè ce simm' scurdat'!) alcuni indispensabili primi piani del sottoscritto furono realizzati alcuni giorni dopo a casa di Ettore.


    Oggetti di scena
    Premi o selezioni
    www.frankesteinjunior.it e www.myDeeJay.it


    Comune di Colle Sannita


    News
    ettore
    11 years ago


    ettore
    11 years ago


    ettore
    11 years ago


    ettore
    13 years ago


    Video
    user image Anonimo 11 anni fa

    Ettore ma il video e' bellissimo. Siete tutti bravi. Complimenti davvero. Monica

    user image Paolo 11 anni fa

    Un piccolo capolavoro RISORTO a nuova vita!!!

    user image Paolo 16 anni fa

    Da Gustavo Garian del forum lumos.it: "Davvero un bel video! Complimenti a te e a tutti i realizzatori, la storia è stata fatta bene e anche gli effetti speciali non deludono"

    user image ettore 16 anni fa

    Questo corto è stato proiettato nel 2003 al 2° Concorso Nazionale Francesco Flora e ha avuto una menzione. Nel 2008 è giunto 3° classificato al mydeejay.it contest "REMAKE DI FRANKESTAIN JUNIOR". Si avvale di una celebre canzone di Tony Tammaro, su concessione dell'autore stesso.

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