GRATTAMY: MATERIALIZZARE LA FINZIONE
ettore 10 anni fa News
Quando dalla carta si passa alla ripresa, il gioco si fa duro e lí entriamo in gioco noi.
Realizzare una scena con una presenza importante di effetti speciali, impone allo sceneggiatore e/o regista alcune riflessioni a tavolino prima di iniziare.
Nel nostro caso, per la clip GRATTAMY (che potete trovare al seguente link http://www.3dproduction.it/produzione/articolo.asp?codicefilm=CLIP16) la sceneggiatura prevedeva un lungo monologo dell’unico protagonista Paolo D’Alessandro, nel vuoto cosmico. Come realizzare il vuoto? L’idea era avvincente ma filmarla, impossibile. Ed ecco che al videomaker del 21esimo secolo non resta che ricorrere al computer come strumento espressivo. Ma procediamo per gradi.
FOTO 1: bisogna riprendere il soggetto davanti ad un telo monocolore, possibilmente verde, detto in gergo CROMAKEY. Per l’attore puó risultare straniante, e il regista deve sapere bene cosa vuole ottenere, senza vederlo.
FOTO 2: la ripresa viene salvata in un computer che con un programma apposito quale AFTER EFFECTS trasforma le tinte unite in trasparenze. La ripresa puó essere, a questo punto, manipolata come si vuole.
FOTO 3: la ripresa, quindi, una volta enucleata dal suo contesto originario, si trasforma in un “lucido” che si puó sovrapporre ad altre immagini fisse o in movimento. La cosa puó dare effetti bizzarri, sopra le righe o pertinenti. Si usa una tecnica simile sin dagli anni 40 quando gli attori recitavano su teli sui quali si proiettavano strade in movimento o fondali di scene precedentemente riprese. Lo scopo era realizzare i primi piani, fatti sempre a posteriori delle riprese corali, quando magari il set era stato smontato.
FOTO 4: la ripresa viene unita ad altri elementi funzionali alla scena, ognuno posto su un livello distinto e separato al quale si possono dare animazioni precise, collegate o autonome. Immaginate quindi di sovrapporre tante illustrazioni stampate su un lucido, col pregio che queste sono “animate”, coerenti e coordinate.
FOTO 5: alla fine si rielabora tutto in un nuovo filmato, e la scena risulta organica e coerente e completamente diversa dalla ripresa originale.
A questo punto quale resta il limite? I sofisticati effetti speciali di oggi altro non sono che lunghi tempi di elaborazione da parte di computer dedicati, i cui comandi peró sono impostati e impartiti dal cineasta, che tenta cosí di realizzare ció che immagina a dispetto delle proprie possibilitá. Il computer diventa cosí potente strumento funzionale alla realizzazione del video, come la colonna sonora, il montaggio, le luci etc.
A questo punto non resta che provare e riprovare sbizzarrendosi a piú non posso con questa possibilitá disponibile per noi videomaker.
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