10 DOMANDE AD UN REGISTA


  Paolo     10 anni fa     News  

La 3dproduction é ormai da 20 anni impegnata a diffondere cultura cinematografica e sviluppare e coltivare i talenti dei propri iscritti. Oggi concludiamo in bellezza presentandovi l'autentica colonna portante della nostra associazione: Ettore Di Gennaro, co-fondatore, presidente ma soprattutto regista... l'uomo che dietro la macchina da presa e davanti al computer da vita alle tante e divertenti storie che vi divertono da ormai vent'anni!

1) Come è nata la tua esperienza 3dproduction?
Da una grande passione per il cinema. Era tale e tanto l’entusiasmo nel guardare film al cinema o in tv che sentivo l’esigenza quasi fisica di cominciare a fare qualcosa in questa
direzione espressiva. E fortunatamente ho trovato due degni “compagni di merende”, Paolo e Francesco, le altre 2D della 3D. Nel tempo sono venuti gli altri grandi amici e compagni di viaggio. Le mie linee guida? Il cinema di azione e comico.


2) Quale é il tuo percorso artistico/professionale?
Ho sempre perseguito la narrazione per immagini. Da piccolo disegnavo fumetti. Alle superiori, con studi specifici nella grafica pubblicitaria, ho appreso l’illustrazione. Da grande all’Accademia di Belle Arti la composizione pittorica. Ma tutto era tutto troppo statico per i miei gusti. Cercavo il movimento, l’azione.


3) Da quanto tempo coltivi la passione per la regia e cosa ti appassiona di questa figura professionale?
Dal 1994. Avevo delle storie in mente e mi si prefiguravano giá complete. Agli attori chiedevo di aiutarmi a materializzare quelle prime brevi storie. Essendo immerso nel cinema, quello degli anni 80 molto spettacolare, avevo giá in mente al primo “motore, azione!” le sequenze, i tagli e le angolazioni di ripresa.


4) Hai seguito qualche corso/lettura/stage?
Sono completamente autodidatta, la mia scuola é stata il cinema di intrattenimento da fine anni ‘70 a inizi anni ‘90. Piú sperimentale il primo, ipertrofico e spettacolare, l’ultimo.


5) Dall'inizio della tua esperienza di regista come si è evoluto il tuo linguaggio?
All’inizio le inquadrature erano statiche. Poi col tempo ho sperimentato carrellate, zoom, e vari piani di ripresa. Oggi cerco di inserire riprese che servano alla storia, non solo belle da vedere.


6) C'é un regista il cui stile ti é particolarmente d'ispirazione?
Sam Raimi, specialmente nella trilogia di Spiderman, ma anche “Darkman” e il recente “Drag me to Hell”, e anche Brian De Palma, con la sua “famosa” inquadratura diagonale e i lunghi piani sequenza, che prima o poi sperimenterò.


7) Qual'è la difficoltà maggiore che incontri nel dirigere gli attori sul set?
Il caos che regna dietro la camera, prima e dopo il ciak, e le lancette che scorrono via inesorabili mentre tutti intorno “colgono margherite”...


8) Oltre la regia ti occupi anche di altri aspetti nella realizzazione di un cortometraggio?
Dall’inizio della 3dproduction, mi occupo del montaggio e degli effetti speciali. Non riesco a privarmi di queste altre due mansioni, servono a completare la visione che ho in mente del corto, fin da quando é in fase di scrittura. All’inizio ero da solo fino alla fine del processo, ma da qualche anno divido questo piacevole onere con Paolo D’Alessandro che cura autonomamente le storie che io cerco di rendere al meglio su nastro, confrontandomi con lui sul modo di gestire riprese e taglio di montaggio unendo le nostre visioni. Il tutto con il supporto di Adriano Graffi per la realizzazione di oggetti di scena e di Veronica Caputo per il trucco.


9) Che consigli dai a chi volesse cimentarsi nella regia cinematografica?
Come prima cosa, di avere una storia, o uno sceneggiatore che gliene faccia dono. E poi di immaginarsela ascoltando buona musica. Se conosce il linguaggio, che é fatto di proprie regole, come una vera e propria lingua, troverà “le parole giuste”. Ultimo, ma non per importanza, di affidarsi agli attori che la dipingeranno in modo personale e inaspettato. E il risultato sará migliore di quanto immaginato e desiderato.


10) Dopo un'esperienza ormai ventennale come filmaker pensi di aver maturato un tuo stile personale?
Ho maturato velocitá di esecuzione e voglia di sperimentazione dei nuovi dispositivi di ripresa ANCHE INUSUALI (cellulari smartphone o tablet) per ottenere una ripresa immediata, quasi da reality. E forse questo é il mio stile, o quello a cui aspiro: veritá e realtá anche in storie surreali e comiche.



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